Bollettino Giugno 2022

Siccità Estrema

Intensità massima rilevata per alcune regioni

Situazione Generale

Giugno si chiude con la siccità che si estende al centro-sud Italia, piogge scarse e spesso dannose perchè accompagnate da venti forti e grandine, e temperature record. Così come Maggio, infatti, a livello nazionale questo mese risulta essere il secondo più caldo, superato solo dal 2003. Se si considera il semestre Gennaio-Giugno, poi, il primato spetta proprio a questo 2022, con +0.76°C, che salgono a 1.07°C se si considera il Nord della penisola (Fonte ISAC-CNR). Il settore agricolo continua a soffrire, con il 40% delle superfici irrigate e le risaie che sono soggette a siccità severo-estrema non solo da inizio anno, ma da ben 12 mesi. Altro dato sconcertante è lo stato in cui versano i ghiacciai delle nostre Alpi. Il confronto fra le immagini della Marmolada in diverse estati (2011, 2020, 2021, 2022) è inequivocabile. Inoltre, fra il 2 e il 3 Luglio, in vetta alla “regina” delle Dolomiti è stata registrata una temperatura di 10°C che, sommata alle temperature più elevate del normale che hanno accompagnato questa annata disastrosa dal punto di vista climatico e le scarse precipitazioni nevose invernali (dal 50 al 70 % in meno rispetto alla scorsa stagione), hanno causato il tragico distacco di un seracco che ha portato con se diverse vite.

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Focus Mensile

Nonostante sia ancora il Nord Italia ad essere il più colpito dalla morsa della siccità da oltre 12 mesi, sul medio periodo (6 mesi) anche diverse regioni del centro-sud vedono i loro territori soggetti ad una scarsità di piogge severo-estrema. La popolazione esposta a siccità severo-estrema negli ultimi 6 mesi è pari al 31% circa, 63% se si include anche la classe moderata. Anche la produzione di energia idroelettrica e termoelettrica sta subendo dei cali a causa della scarsità idrica in fiumi e bacini.

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Indice SPI (Standardized Precipitation Index)

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Dall’analisi dell’indice SPI a diverse scale temporali si evince come le perturbazioni occorse fra Maggio e Giugno non siano comunque sufficienti a risanare il deficit accumulato nel medio e lungo periodo. Deficit che sta ora interessando anche diverse zone del centro-sud, in particolare Toscana, Lazio, parte dell’Umbria e Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

Indice ESI (Evaporative Stress Index)

L’indice da remote sensing ESI fornisce indicazioni “proxy” circa la rapida evoluzione dell’umidità superficiale del suolo e delle condizioni di stress delle colture. L’indice è calcolato su diversi periodi di aggregazione temporale, nello specifico su 4 e 12 settimane. Anche a Giugno i valori dell’ESI sulle 4 settimane dal 29 Maggio al 25 Giugno continuano ad indicare forti condizioni di stress nella Val Padana, in Veneto e Friuli Venezia Giulia e soprattutto nelle zone fra Toscana, Umbria e Lazio. Le alte temperature hanno influenzato anche le regioni meridionali e parte della Sardegna. Condizioni simili si riscontrano anche rispetto al più lungo periodo (3 Aprile – 25 Giugno), anche se il settore veneto-friulano risulta avere delle anomalie nettamente inferiori, avendo beneficiato forse più delle altre aree settentrionali, di un Aprile più fresco.
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Indice VCI (Vegetation Condition Index)

L’indice di vegetazione VCI sui boschi italiani vede dei valori di stress più marcati nelle zone meridionali e parte del centro durante le settimane a cavallo fra Maggio e Giugno. Valori anomali che nella parte centrale di Giugno sono visibili in diverse aree dell’arco alpino, Appennino settentrionale e Sardegna.
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Indice VHI (Vegetation Health Index)

L’indice complessivo VHI sui boschi della penisola durante il periodo 25 Maggio – 9 Giugno evidenzia un più forte stress al centro-sud, da imputarsi soprattutto alle più alte temperature fatte registrare in queste aree. Nella seconda parte del mese arre boscate affette da stress sono quelle della costa tirrenica centro-settentrionale e zone pedemontane.
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