Dal punto di vista delle precipitazioni in Toscana Luglio è risultato più secco quasi ovunque.
Anche il numero di giorni piovosi dei capoluoghi è stato inferiore alla media con i valori più bassi a Prato, Grosseto e -69% per il primo e -52% per gli altri due).
Dal punto di vista termico Luglio ha fatto registrare temperature massime sopra la media su tutto il settore appenninico, in particolare quello aretino, il Valdarno superiore e il sud-est senese e grossetano. L’anomalia delle minime è stata ancora più diffusa e con valori superiori, in particolare nella Val di Chiana e sulle colline Metallifere.
L’indice SPI preliminare calcolato sul breve periodo conferma il deficit anche molto intenso su buona parte dell’Italia, con le situazioni peggiori nel settore adriatico, dall’Emilia Romagna alla Puglia. Sul medio periodo la siccità insiste su diverse regioni del nord, ma soprattutto su Emilia Romagna, Marche e Toscana con valori estremi. I valori sul lungo periodo indicano delle aree di siccità moderata in Piemonte, fra Emilia Romagna e Aretino, Basilicata e Sicilia, mentre il settore alpino centro-orientale fa segnare un surplus anche intenso.
N.B.: Da Marzo 2022 l’indice SPI viene calcolato a partire da dati di pioggia del dataset globale MSWEP-GloH2O.
L’Indice giornaliero EDI (Effective Drought Index) sui 10 capoluoghi toscani mostra il perdurare per tutto il mese di una siccità moderata nella stazione di Grosseto che nella prima parte di Luglio ha raggiunto valori di siccità severa. Le altre città sono risultate nella norma.
Il grafico mostra l’andamento di EDI (indice giornaliero) delle principali città toscane da Gennaio 2017 all’ultimo mese disponibile.
Valori negativi indicano siccità con diverso grado di intensità, mentre valori positivi indicano situazioni di piovosità maggiore della norma.
Sono evidenti le siccità che hanno colpito la regione, in particolare nel 2017, nella prima metà del 2019 e nel 2021 (a Grosseto), così come il periodo umido nel 2018 e 2021.
N.B.: Per il periodo autunno-invernale le informazioni satellitari sono negativamente condizionate dalla copertura nuvolosa e gli indici TCI, VCI e VHI possono dare risultati meno attendibili.
L’indice TCI (Temperature Condition Index) calcolato a cavallo fra Giugno e Luglio evidenzia condizioni di stress termico dalla Pianura Padana alla Puglia lungo tutto il versante adriatico. Nella parte centrale del mese le temperature risultano migliorare, anche se la bassa padana e la parte centro-orientale alpina mostra ancora uno stress lieve.
L’indice VCI (Vegetation Condition Index) relativo ai boschi italiani nel periodo a cavallo fra Giugno e Luglio mostra condizioni di stress sulla Puglia, eccetto che il Gargano, aree sparse della Campania e Sardegna. Fra il 12 e il 27 Luglio, invece, lo stress si estende e intensifica al sud e interessa aree sparse dell’Appennino emiliano. Migliora la situazione sull’arco alpino.
L’indice complessivo VHI (Vegetation Health Index) indica uno stress che interessa le zone adriatiche e la Val Padana e che risulta anche molto intenso nel Salento fra il 26 Giugno e l’11 Luglio. Nel prosieguo del mese, invece, l’estensione delle aree con stress si riducono notevolmente.
L’invaso di Bilancino, con 63,96 milioni di m3, chiude Luglio in lieve flessione rispetto al valore registrato alla fine del mese precedente (66,26 milioni di m3) (dati Publiacqua S.p.A.).
Articoli della stampa locale e nazionale per il periodo considerato.
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Indice che considera l’accumulo o il deficit di acqua giornaliero ed è funzione della pioggia necessaria al rientro dei parametri alla normalità, ovvero il recupero dopo il deficit accumulato a partire dall’insorgere di un evento siccitoso.
Si basa sul concetto di “precipitazione effettiva”, ovvero la somma della pioggia giornaliera con una funzione di riduzione legata al tempo (Byun & Wilhite, 1999).
Permette una rapida e precisa misura del livello corrente della risorsa idrica a disposizione e soprattutto consente l’individuazione di siccità anche di breve periodo.
Come per lo SPI, la standardizzazione permette il confronto fra stazioni collocate in aree geografiche e climatiche diverse.
La “precipitazione effettiva”, che indica la riduzione giornaliera della risorsa idrica, viene calcolata con la seguente equazione:
dove Pm è la pioggia m giorni prima; i rappresenta il numero di giorni durante i quali le piogge sono sommate per calcolare l’intensità della siccità. Di solito i è pari a 365 giorni, in quanto un anno può essere rappresentativo delle risorse idriche disponibili o immagazzinate per un lungo periodo.
Una volta calcolata la pioggia effettiva EPi e la pioggia effettiva media climatologica (MEP), viene calcolata la deviazione della precipitazione effettiva (DEP) dalla media (MEP) che indica un deficit o surplus di acqua per un dato giorno e luogo:
DEP = EP – MEP
Infine viene effettuato il computo del valore standardizzato della DEP, ovvero l’EDI:
EDI = DEP / ST(DEP)
dove ST(DEP) e la deviazione standard di ciascun DEP giornaliero.
Utilizzando valori giornalieri nell’elaborazione dell’indice, è più facile che, nell’andamento generale, si evidenzino dei picchi in cui precipitazioni abbondanti facciano ritornare, più o meno temporaneamente, la situazione nella norma.
La tabella seguente indica le classi di siccità o surplus in base ai valori dell’indice:
Byun HR., Wilhite D. A. (1999). Objective Quantification of Drought Severity and Duration. Journal of Climate. 12, 2747-2756