Dal punto di vista delle precipitazioni in Toscana Settembre è risultato più secco su tutta la porzione centro-meridionale. Sei capoluoghi hanno registrato una precipitazione inferiore al 40%, mentre a Massa è piovuto più del doppio (114%).
Anche il numero di giorni piovosi dei capoluoghi è stato inferiore alla media ovunque (con Grosseto a -100%), tranne che a Pistoia, Firenze e Prato.
Dal punto di vista termico Settembre ha fatto registrare temperature massime ben al di sopra della media su tutta la regione, con valori anche sopra i 3°C nel grossetano sud-orientale. Anche le minime sono state superiori alla media eccetto nelle valli interne lungo l’Appennino e il Valdarno Superiore.
L’indice SPI preliminare calcolato sia sul breve che medio periodo evidenzia un deficit di pioggia molto intenso su buona parte dell’Italia, dall’Emilia alla Sicilia, che si estende anche su parte delle regioni settentrionali con intensità da moderata a severa.
Sul lungo periodo compaiono deficit in Piemonte, nelle zone fra Emilia Romagna e Marche, rilievi fra Basilicata e Puglia, ed in Sicilia. Sul settore Appenninico Umbro-Tosco-Emiliano l’intensità raggiunge valori estremi.
N.B.: Da Marzo 2022 l’indice SPI viene calcolato a partire da dati di pioggia del dataset globale MSWEP-GloH2O.
L’Indice giornaliero EDI (Effective Drought Index) sui 10 capoluoghi toscani mostra il persistere della siccità da circa sei mesi su Grosseto, con livelli anche estremi. Una siccità moderata si è verificata anche ad Arezzo nelle ultime due decadi del mese, intervallata da pochi giorni di normalità; a Firenze il deficit iniziato ad Agosto si è esteso fino ad oltre metà Settembre ed anche Prato ha fatto registrare un periodo secco. Solo Massa, per via dell’evento del 16-19 Settembre, presenta un surplus che prosegue fino a fine mese.
Il grafico mostra l’andamento di EDI (indice giornaliero) delle principali città toscane da Gennaio 2017 all’ultimo mese disponibile.
Valori negativi indicano siccità con diverso grado di intensità, mentre valori positivi indicano situazioni di piovosità maggiore della norma.
Sono evidenti le siccità che hanno colpito la regione, in particolare nel 2017, nella prima metà del 2019 e nel 2021 (a Grosseto), così come il periodo umido nel 2018 e 2021.
N.B.: Per il periodo autunno-invernale le informazioni satellitari sono negativamente condizionate dalla copertura nuvolosa e gli indici TCI, VCI e VHI possono dare risultati meno attendibili.
L’indice TCI (Temperature Condition Index) per la prima metà di Settembre evidenzia condizioni di stress termico nelle regioni occidentali del centro-nord, Sardegna centro-occidentale, Friuli e Romagna, con zone sparse anche in Campania e coste pugliesi. Nella seconda metà del mese le temperature sono state più alte in buona parte del Paese e i valori indicanti stress si sono diffusi ulteriormente.
L’indice VCI (Vegetation Condition Index) relativo ai boschi italiani nella prima metà di Settembre evidenzia condizioni da normali a favorevoli su buona parte della penisola, con limitate aree sparse in stress. Nei seguenti 16 giorni l’indice mostra un’intensificazione dello stress in diverse aree dell’Appennino centro-settentrionale, nella Sardegna centro-occidentale e nel Nord della Campania.
L’indice complessivo VHI (Vegetation Health Index) mostra la presenza di uno stress anche intenso che rispecchia abbastanza le condizioni termiche della prima metà del mese e il deficit di pioggia accumulato nei mesi passati. Dal 14 al 29 Settembre le aree con valori dell’indice bassi si estendono soprattutto al centro-sud (in particolare sul settore adriatico) e sulle isole maggiori, e in maniera più frammentata anche nelle regioni nord-orientali.
L’invaso di Bilancino, con 51,69 milioni di m3, chiude Settembre in flessione rispetto al valore registrato alla fine del mese precedente (57,72 milioni di m3) (dati Publiacqua S.p.A.).
Articoli della stampa locale e nazionale per il periodo considerato.
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Indice che considera l’accumulo o il deficit di acqua giornaliero ed è funzione della pioggia necessaria al rientro dei parametri alla normalità, ovvero il recupero dopo il deficit accumulato a partire dall’insorgere di un evento siccitoso.
Si basa sul concetto di “precipitazione effettiva”, ovvero la somma della pioggia giornaliera con una funzione di riduzione legata al tempo (Byun & Wilhite, 1999).
Permette una rapida e precisa misura del livello corrente della risorsa idrica a disposizione e soprattutto consente l’individuazione di siccità anche di breve periodo.
Come per lo SPI, la standardizzazione permette il confronto fra stazioni collocate in aree geografiche e climatiche diverse.
La “precipitazione effettiva”, che indica la riduzione giornaliera della risorsa idrica, viene calcolata con la seguente equazione:
dove Pm è la pioggia m giorni prima; i rappresenta il numero di giorni durante i quali le piogge sono sommate per calcolare l’intensità della siccità. Di solito i è pari a 365 giorni, in quanto un anno può essere rappresentativo delle risorse idriche disponibili o immagazzinate per un lungo periodo.
Una volta calcolata la pioggia effettiva EPi e la pioggia effettiva media climatologica (MEP), viene calcolata la deviazione della precipitazione effettiva (DEP) dalla media (MEP) che indica un deficit o surplus di acqua per un dato giorno e luogo:
DEP = EP – MEP
Infine viene effettuato il computo del valore standardizzato della DEP, ovvero l’EDI:
EDI = DEP / ST(DEP)
dove ST(DEP) e la deviazione standard di ciascun DEP giornaliero.
Utilizzando valori giornalieri nell’elaborazione dell’indice, è più facile che, nell’andamento generale, si evidenzino dei picchi in cui precipitazioni abbondanti facciano ritornare, più o meno temporaneamente, la situazione nella norma.
La tabella seguente indica le classi di siccità o surplus in base ai valori dell’indice:
Byun HR., Wilhite D. A. (1999). Objective Quantification of Drought Severity and Duration. Journal of Climate. 12, 2747-2756